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Intolleranze in aumento: ecco i dati statistici

Intolleranze in aumento: ecco i dati statistici

Negli ultimi anni sentiamo parlare sempre di più d’intolleranze alimentari e di soluzioni per gestirle nel quotidiano. Fondamentale prima di discutere di numeri è distinguerle dalle allergie.

Nel caso delle intolleranze, infatti, non è previsto il coinvolgimento del sistema immunitario ma si parla delle conseguenze di carenze a livello enzimatico. Data questa doverosa premessa è possibile iniziare a dare qualche numero preciso e ricordare che, nella sola Europa, sono circa 20 milioni le persone che possono dire di avere a che fare ogni giorno con intolleranze e altre reazioni avverse agli alimenti.

Più di 3 milioni hanno meno di 25 anni. Si tratta di una situazione che non può che portare a riflettere e a fare un’analisi dello stile di vita del Vecchio Continente e, in generale, dei Paesi industrializzati, dove prevale il consumo di cibi acquistati presso i punti vendita della grande distribuzione.

Per fare un esempio specifico in merito è possibile chiamare in causa la celiachia, le cui diagnosi sono aumentate così tanto, da inserirla nell’elenco delle malattie croniche. Secondo diversi esperti è diventata una realtà diffusa per via dell’utilizzo massiccio delle farine raffinate contenenti meno glutine, che hanno modificato in maniera radicale i processi di digestione.

Sotto accusa per quanto riguarda l’aumento delle diagnosi di celiachia, è anche il ricorso massiccio a quegli additivi che contribuiscono a ridurre il carico tossico del glutine

Altri dati statistici interessanti riguardano l’intolleranza al lattosio e permettono di citare un nome illustre come quello di Charles Darwin! Sulla base dei dati raccolti dall’associazione tedesca Verein für Lactoseintoleranz, che sono stati riassunti in un articolo uscito nel 2014 sul quotidiano nazionale Die Zeit, la percentuale d’intolleranti al lattosio nel mondo è particolarmente concentrata nelle zone del Sudamerica, dell’Arabia Saudita e dell’India, dove il 60% circa della popolazione accusa sintomi avversi dovuti alla carenza di enzima lattasi, che contribuisce alla scissione del lattosio in glucosio e galattosio.

Questo punto di partenza ci permette di arrivare a una conclusione importante: in quelle zone del mondo dove il latte e i suoi derivati rappresentano da sempre una componente rilevante della dieta, è stata messa in atto una selezione genetica che ha permesso di sviluppare meglio le capacità digestive degli alimenti in questione.

Rimanendo in Italia, i numeri più recenti parlano di circa il 40% della popolazione che può dire di soffrire d’intolleranza al lattosio. In molti casi manca la consapevolezza effettiva della condizione. Parlare di dati statistici riguardanti le intolleranze alimentari significa considerare anche la popolazione pediatrica.

A livello globale le cifre non sono irrilevanti e inquadrano un coinvolgimento di circa il 7,5% dei bambini. In questi casi spetta ai genitori informarsi preventivamente sui principali sintomi delle intolleranze alimentari e consultare il medico per impostare nel migliore dei modi la dieta quotidiana.

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